Teatro Romano

Teatro Romano

Il complesso teatrale è costituito da edifici di epoche diverse, inseriti in un suggestivo ambiente naturale collinare. In origine si estendeva, con terrazzamenti successivi, dalla riva dell’Adige alla sommità del colle ed era coronato da un tempio (non si è riusciti ad identificare la divinità alla quale era dedicato) i cui resti sono venuti alla luce nel 1851, quando gli austriaci cominciarono gli scavi per la ricostruzione di Castel S. Pietro.
Il TEATRO ROMANO è rimasto sepolto per molti secoli. Costruito all’inizio del I sec. d.C. (ma il perfetto allineamento con il reticolo urbano fa risalire la progettazione del complesso al I sec. a.C.), dal X sec., sulle sue rovine furono costruiti edifici religiosi e abitazioni che col tempo celarono completamente le strutture del Teatro. Di questi edifici è rimasta, sull’ala orientale della cavea, la chiesa dei SS. Siro e Liberta che ha mantenuto parte della struttura originaria, pur subendo varie modifiche nel XIV-XVIII sec. (all’interno sono conservati dipinti del XIV sec. e il sepolcro di Giambettino Cignaroli). Nel XVIII sec., uno scavo casuale portò alla luce frammenti di marmo, facendo rinascere l’interesse per il monumento. Nel XIX sec. Andrea Monga (ricco commerciante veronese) acquistò l’intera area e intorno alla metà dell’800 vennero realizzati i primi scavi. Nel 1904 il Comune di Verona entrò in possesso dell’area e proseguì i lavori di ristrutturazione fino al completamento negli anni 70. Dal 1948 il Teatro è sede dell’Estate Teatrale Veronese, stagione estiva di rappresentazioni teatrali (con una netta predominanza di opere shakespeariane e goldoniane), cui dal 1968 si è aggiunta anche la danza. Dal 1985 è sede, sempre all’interno dell’Estate Teatrale Veronese, del festival Verona Jazz.
Il Teatro è costituito dai resti dell’edificio scenico, dell’orchestra, della cavea, di due ordini di gallerie e di 3 terrazze di raccordo con la sommità del colle.
L’edificio scenico (di cui oggi si conservano solo i muri portanti in tufo) in origine era alto quanto l’intera cavea ed era ornato da statue (ora conservate presso la portineria del Teatro) e da ricche decorazioni architettoniche. Sul frontescena si aprivano 3 porte e 2 parasceni d’accesso al palcoscenico (entrambi ancora conservati, quello orientale è utilizzato come ingresso del Teatro). Sotto il palcoscenico si trovava la fossa scenica di cui sono visibile elementi quadrangolari in pietra, coi fori in cui scorrevano le corde che sollevavano e abbassavano il sipario. Davanti al palcoscenico si trova il piano semicircolare dell’orchestra (nel teatro romano, spazio destinato ai seggi dei personaggi importanti della vita pubblica), con resti di pavimentazione in marmi colorati e disegni a motivi geometrici; in prossimità della cavea, è rimasto il fossato per il deflusso delle acque piovane (il Teatro era scoperto).La cavea è in calcare bianco della Valpolicella. Non era completamente appoggiata alla collina e quindi vennero costruiti dei muri radiali di sostegno, i cui resti sono ancora visibili. La cavea era isolata dal pendio del colle, da una profonda intercapedine che la proteggeva dalle infiltrazioni d’acqua e dall’umidità (uno scorcio dell’intercapedine è visibile da una delle sale del Museo Archeologico). Della cavea è stato ricostituito solo una parte del settore occidentale. Sulla sommità delle gradinate si trovano l’ambulacro coperto e i resti di una sovrastante galleria. Le due gallerie sono coronate da una loggetta ad archetti. Vi si accede attraverso una scalinata, su cui si può ammirare un arco ionico ornato da tori. La loggetta è stata ricostruita nel 1912; gli archetti, che riportano incisi i nomi delle famiglie abbienti della Verona romana, probabilmente provengono dalla fronte della galleria sottostante. Dalla loggia (con l’ascensore) si accede al Museo Archeologico. Oltre alla cavea, il complesso monumentale è completato da tre terrazze in origine lunghe 124 metri (ora inaccessibili). La prima grande terrazza, la più spaziosa, è in gran parte occupata dalle strutture dell’ex convento di S. Girolamo (sede del Museo) e conserva i resti di un ninfeo (finta grotta ornamentale) scavati nella parete di tufo all’estremità occidentale.
A lato del complesso teatrale sono visibili i resti dell’Odeon, raccordato al Teatro. Costruito probabilmente insieme al complesso, in età romana era usato per spettacoli musicali e poetici; presentava la struttura tipica dei teatri romani, ma con dimensioni ridotte e spesso coperto. Rimangono solo alcune tracce della facciata.

 


MUSEO ARCHEOLOGICO

Dalla loggia ricostruita del Teatro Romano si accede (con l’ascensore) al Museo, ospitato dal 1924 nell’ex convento di S. Girolamo.
Nella SALA ESPOSITIVA presso l’ascensore sono esposte alcune sculture di marmo del I sec. d.C., mosaici del II e III sec. d.C. e, nelle vetrine, terrecotte dal periodo greco (alcune del V sec. a.C.) al periodo romano. Lungo il corridoio che congiunge la sala al refettorio sono esposti ritratti marmorei.
Sul corridoio si aprono 3 CELLE CONVENTUALI. Nelle prime 2 sono esposti numerosi bronzetti etruschi, italici, ellenistici e romani; notevoli l’Erma femminile bifronte del II sec. d.C. e i bronzi del Sileno banchettante e della Suonatrice di crotali (raffigurati semisdraiati) della prima metà del V sec. a.C. Nell’ultima cella sono esposti oggetti dell’età imperiale romana, usati per le attività domestiche e nelle onoranze funebri: molti recipienti di vetro soffiato di vari colori, vasi di ceramica e di bronzo e lucerne in terracotta e in bronzo.
Nel REFETTORIO (sulle pareti, resti di un affresco attribuito a Giovan Francesco Caroto) sono conservate sculture di marmo per lo più di provenienza veronese. Tra le altre, una copia romana di statua femminile greca seduta, del II sec. d.C., rinvenuta in piazza Duomo come le due notevoli figure femminili di grandi dimensioni e riccamente drappeggiate. Sul pavimento del refettorio è stato inserito un mosaico policromo della fine del III sec. d.C., rinvenuto a Verona, con motivi animali, vegetali e legati al culto dionisiaco.
Nel CHIOSTRO sono collocate iscrizioni funerarie romane, in gran parte di provenienza veronese e databili intorno alla prima età imperiale (I-III sec. d.C.).
Nella CAPPELLA DI S. GIROLAMO si trovano affreschi del XV e XVI sec., fra cui un’Annunciazione di Giovan Francesco Caroto; il soffitto dell’inizio del XIV sec. è costituito da pannelli di legno dipinti a motivi vegetali, alternati a scudi e rosoni.
In un ambiente a lato della scala che conduce alla sala inferiore, sono esposti un crocifisso ligneo del tardo XV sec. e le iscrizioni dedicate alle Matrone, divinità celtiche venerate anche nel periodo romano.
Infine, nella SALA INFERIORE sono esposti elementi decorativi di palazzi veronesi d’età imperiale e altari e statue dedicate alle divinità romane venerate a Verona. Nel pavimento è inserito un mosaico (proveniente da una villa romana in Piazza Bra) databile fra il II e il III sec. d.C., con motivi legati al culto dionisiaco. Da un’apertura nel pavimento della sala è possibile vedere parte della grandiosa intercapedine, praticata dai Romani per isolare il Teatro dalle infiltrazioni.

TEATRO ROMANO E MUSEO ARCHEOLOGICO
Rigaste Redentore 2
Tel. 045.8000360
Fax 045.8010387
Orari d’apertura: da martedì a domenica ore 9-19
Il lunedì dalle 13.45 alle 19.30




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